RIFLESSOLOGIA PLANTARE

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Riflessologia Plantare

Da 5 mila anni, il rimedio contro i disturbi psicosomatici

LA RIFLESSOLOGIA PLANTARE HA 5 MILA ANNI?

Esatto, circa 5 mila anni fa in India e Cina era noto un trattamento mediante la pressione di punti situati nelle mani e sui piedi, utilizzato sia a scopo preventivo che per diagnosticare i diversi tipi di malattia che colpivano le persone. Ne è prova storica una pittura murale rinvenuta di un medico a Saqqarach in Egitto in cui si raffigurano due terapeuti intenti ad eseguire un trattamento di Rifessologia Plantare ad un paziente.

GLI STRUMENTI DA LAVORO DEL RIFLESSOLOGO.

Chiunque si occupi di Riflessologia Plantare deve avere nella sua “valigetta da lavoro” tutte le conoscenze necessarie ad attuare il trattamento, due mani funzionanti e nei casi più eccezionali una sedia o un lettino per il paziente. Non occorrono olii o creme massaggianti, a meno che non si voglia effettuare sul paziente un massaggio rilassante a fine trattamento. Si consiglia un luogo di lavoro sobrio, pulito ed essenziale.

EVENTUALI CONTROINDICAZIONI DELLA RIFLESSOLOGIA PLANTARE

Si consiglia di astenersi dal trattamento di Riflessologia Plantare se si affetti da grave malattia infettiva, per evitare di diffondere l’infezione con l’aumento della circolazione sanguigna provocata dal trattamento, se si è affetti da trombosi, per evitare che il coagulo vada nei polmoni, nel cuore o nel cervello; è sconsigliato il trattamento anche nei primi 3 mesi di gravidanza.

A COSA SERVE LA RIFLESSOLOGIA PLANTARE?

La Riflessologia plantare è un metodo semplice, efficace e naturale che aiuta le persone a restare in un ottimo stato di salute.

La Riflessologia Plantare è un metodo semplice, certificato e comprovato per prevenire e curare stati di salute non ottimali di natura psicosomatica. Serve a recuperare l’armonia fisica e psichica dell’organismo, a stimolare al massimo le difese immunitarie; ha un alto potere di rigenerazione delle cellule in virtù della sua azione rivitalizzante del sistema ghiandolare, dà maggior vigore a tutto il corpo e migliora l’aspetto fisico. Migliora la circolazione e l’ossigenazione sanguigna favorendo una migliore respirazione e in conclusione è indicata per tutte le età inclusi bambini ed anziani.

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IL CONCETTO DI ZONA RIFLESSA

Cos’è e cosa ha a che fare con la Riflessologia Plantare il concetto di “zona riflessa”?

La classificazione di “zona riflessa” è in stretta relazione con il concetto di manifestazione riflessa nervosa.
Questo in considerazione degli studi effettuati all’inizio del secolo scorso da due studiosi americani, Head e Mackenzie, che trovarono relazioni riflesse tra gli organi interni e la periferia. È bene ricordare che i nervi trasmettono impulsi elettrici e quando viene esercitata una pressione su determinati punti del piede, gli impulsi elettrochimici nervosi vengono attivati formulando un “messaggio”. Questo messaggio si dirige, per mezzo dei “neuroni afferenti”, verso un insieme di cellule nervose e fibre che formano un centro nervoso indipendente, esterno al midollo spinale e al cervello (detto ganglio).
Il messaggio, attraverso i neuroni efferenti passa dal ganglio a un organo specifico, che risponderà allo stimolo.

COME AVVIENE IL TRATTAMENTO?

Vengono effettuati due tipi di movimento sulle zone riflesse del piede, applicando una pressione variabile generalmente con il pollice: movimento di stimolazione e di sedazione. Il movimento di stimolazione è veloce ed energico e la pressione effettuata è decisa ma non dolorosa. Si parte con la pressione dalla zona riflessa interessata e si procede discendendo il piede millimetricamente. Il movimento di sedazione è molto simile e concettualmente uguale ma eseguito con un movimento più lento e si insiste con pressioni decise e rotatorie su un punto specifico della zona interessata procedendo successivamente al completamento della zona in questione. Sulle zone più piccole e circoscritte le manovre saranno tendenzialmente più statiche. La seduta iniziale può durare dai 15 ai 30 minuti arrivando fino all’ora di trattamento a seconda dei sistemi, degli organi e delle zone trattate.

SCHEMA DI SEDUTA RIFLESSOLOGICA

1. ACCOGLIENZA E RACCOLTA DI INFORMAZIONI SUL PAZIENTE

In questa prima fase viene fatto un colloquio conoscitivo, di accertamento delle condizioni del paziente e dei motivi che lo hanno spinto a eseguire un trattamento di riflessologia per assicurarci che non ci siano controindicazioni al trattamento e che il paziente stesso sia conforme alla pratica riflessologica.

4. PRESA ARMONIZZANTE

È una presa di contatto precedente al trattamento e può essere effettuata in molti modi differenti. Una in particolare risulta poco semplice ma molto efficace e stimola il paziente con un senso di distensione e rilassamento. Consiste nell’inserire delicatamente le dita delle mani negli appositi spazi interdigitali dei piedi mentre il pollice dell’altra mano sostiene l’arcata plantare. Il paziente può muovere liberamente le dita del piede per tutta la durata della presa. Altri tipi di presa possono essere la calcaneare o palmo-plantare.

2. ISPEZIONE DEL PIEDE

L’ispezione del piede comprende l’analisi visiva e tattile. Se il piede è rosso acceso bisogna sedare la zona riflessa del cuore e della tiroide, se appare giallo occorre stimolare stomaco, milza, pancreas e cingoli linfatici; se invece è di colore bluastro bisogna stimolare reni e cuore per la circolazione. Il colore naturale del piede è roseo. Anche la temperatura deve essere moderata: se troppo freddo indica mancanza di energia, se troppo caldo c’è in corso un sovraccarico del fegato. La consistenza non deve essere né troppo dura nè troppo “spugnoso”. In presenza di calli, verruche e spaccature del tallone occorre stimolare le zone in questione.

5. TRATTAMENTO

Il trattamento prevede l’interesse della manovra e della stimolazione del piede in generale per poi andare a concentrarsi sulle zone riflessologiche specifiche così da andare a risanare e ristabilire la naturale prestanza del fisico e dell’organismo.

3. PRIMO MASSAGGIO RILASSANTE

SI effettuano alcune manovre del massaggio svedese con l’accortezza di non utilizzare oli o creme nell’eventuale massaggio iniziale.

6. CONCLUSIONE DEL TRATTAMENTO

A termine del trattamento è possibile intervenire nuovamente sul piede con un massaggio rilassante, questa volta se il paziente lo desidera, è possibile utilizzare oli essenziali o creme per riequilibrare il corpo dopo lo shock energetico del trattamento.

ECCO LA NOSTRA SPECIALISTA IN RIFLESSOLOGIA PLANTARE

TEODORA NOVAC

La nostra esperta in riflessologia plantare ha conseguito corsi specifici in diversi campi della manipolazione ottenendo certificazioni in:

  • Riflessologia Plantare di 1° livello
  • Riflessologia Plantare di 2° livello
  • Massaggio Classico Svedese
  • Massaggio Fisiocircolatorio
  • Massaggio Olistico Facciale